Acquaticità neonatale e psicologia
Cari genitori,
per migliorare questo blog e i sui articoli, abbiamo chiesto l’intervento di una psicologa per spiegarvi l’acquaticità neonatale dal punto di vista del benessere psicologico.
La dottoressa Angela Salvoni, ha scritto questo per noi.
Buona lettura….
La Psicologia..in acqua!
Sempre più spesso, negli ultimi tempi, si sente parlare di Acquamotricità per neonati, sia dai media che nei programmi delle attività delle piscine e delle palestre; si vedono immagini di bambini che sguazzano sopra e sotto l’ acqua.
Si parla molto e si dice poco sul nocciolo dell’attività, sentiamo parlare gli esperti (quali esperti?) in alcuni articoli frammentari sulle riviste per le neomamme e sui pochi libri sull’ argomento. Il nostro legame con l’acqua è senza dubbio un legame profondo che ci porta molto indietro nel tempo, alle origini della vita sulla terra ma anche alla nostra vita prenatale nella pancia della mamma.
L’acqua assume una forte valenza simbolica nel nostro vissuto, nella nostra esperienza, diviene quasi una sorta di mamma che tuttavia a volte può però spaventare per la sua profondità e impenetrabilità. La valenza educativa dell’acqua, e in particolare del movimento in acqua sono state recentemente riscoperte e rivalutate e iniziano ad essere utilizzate come strumento educativo e riabilitativo.
L’acqua rappresenta uno stimolo per la crescita e lo sviluppo psicomotorio del bambino; la familiarizzazione con l’acqua tende a fargli acquisire un arricchimento degli schemi di postura, sperimenta modi diversi di spostamento, emozioni nuove, un controllo respiratorio adatto alle nuove esigenze, libertà di movimento e allargamento esplorativo.
In acqua infatti si possono sperimentare e quindi venire a conoscenza di sensazioni e percezioni differenti da quelle di cui si ha esperienza a terra.
Questa sensibilità diversa arricchisce il bagaglio emotivo e personale del bambino. La presenza in acqua di un genitore fa in modo che si possa raggiungere un duplice scopo:da una parte il bambino grazie appunto al genitore che lo tiene può muoversi, divertirsi, giocare, essere li e conoscere questo nuovo ambiente, dall’altra, rendendosi conto che tutto avviene proprio grazie alla presenza del genitore, si rafforza la relazione con esso.
I genitori acquisiscono un ruolo importante (ancora di più, mi correggo!) perchè i bambini, fidandosi ciecamente di loro, impareranno imitandoli! Da una mamma o un papà che si mostrano sereni e sicuri, un bambino capisce che non ha nulla da temere. La mamma che si immerge e incoraggia il proprio piccolo, lo aiuta ad acquistare sicurezza nelle sue capacità, ed in futuro avrà con l’acqua un rapporto più disinvolto.
Non per ultimo va esaltato il piacere e il divertimento che un bambino prova a stare in acqua, sentendosi libero, divertendosi con il genitore e con i nuovi primi compagni di corso con i quali ..chissà..possano nascere le prime amicizie!
Un’ attività che nello stesso diverte e arricchisce non può che essere consigliata a tutti!
Dott. Angela Salvoni
Psicologa Clinica specializzata in Psicologia dello sport.
A presto
Monica