Ciao titolo strano oggi vero?
Ebbene si il salvagente con mutandina, quello che probabilmente hai appena acquistato o hai in mente di comprare è un errore da NON RIPETERE!
Ma aspetta, voglio spiegarti bene di cosa sto parlando.
Innanzitutto non è colpa tua, chi non ha mai avuto un salvagente con mutandina? Praticamente tutti.
Il vero problema è che esiste pochissima educazione per i bambini sul mondo acquatico, e sicuramente anche il tuo tempo sicuramente non può necessariamente essere totalmente dedicato a sapere tutto sui bambini.
Tra il lavoro, il bambino o la bambina, pappe, biberon, svezzamento, denti, ciuccio, veglie notturne, pediatra, asilo nido, nonni che dispensano il sapere come se non ci fosse un domani…….
E probabilmente penserai ” Infatti Monica, ti ci metti pure tu ora?!”
Lo so che l’hai pensato, ma come dicevo tranquilla, voglio solo che dedichi due minuti alla lettura di questo articolo e avere la possibilità di darti una preziosissima informazioni che sicuramente ti servirà.
Il salvagente con la mutandina, apparentemente un prodigio della tecnica, nasconde diversi inconvenienti, nulla di grave, ma è bene che tu lo sappia.
Iniziamo…
Punto 1 “ribaltamento”
Uno dei problemi è il “ribaltamento” ovvero il capovolgimento del salvagente.
Perchè avviene questo?
Uno dei motivi, è il “canotto”, ovvero la “ciambella” intorno al bambino.
Se non molto ampia, specialmente in mare, un’onda un pochino più forte può far ribaltare il salvagente in quanto la superficie ridotta della plastica della ciambella, non riesce a seguire totalmente il movimento dell’onda e quindi spinge il salvagente che con il peso del bambino causa il ribaltamento.
Una seconda motivazione, è il genitore che si appoggia al salvagente per trasportare il bambino, essendo il salvagente molto leggero, e solitamente con l’indicazione del peso massimo non superiore ai 15 Kg, può provocare con lo sbilanciamento del peso il ribaltamento del salvagente.
Punto 2 ” acqua lontana dal viso”
Con questo tipo di salvagenti, l’acqua non è praticamente mai a contatto con il viso del bambino, questo determina una distanza oltre che fisica tra acqua e bimbo, anche una distanza del bambino all’approccio con il mondo acquatico, in quanto si crea una sorta di muro e l’approccio con l’acqua diventa poi più difficoltoso, perchè il bambino ha creato una barriera protettiva tra lui e l’acqua.
Non voglio dire che non ci sarà mai approccio, ma solo che sarà più lungo e con qualche pianto in più.
Punto 3 “braccia fuori dall’acqua”
Questo è un altro problema, il bambino è praticamente immerso dal pannolino in giù, e come detto sopra il bambino non ha contatto con l’acqua, in un momento che è considerato di gioco e divertimento, e sempre come sopra il bambino creerà una barriera tra lui e l’acqua.
Come detto già più volte e come avrai sentito dire mille volte dal pediatra o letto su qualche libro, il bambino in questa fase di vita ha necessità di esplorare con il tatto il mondo intorno a se, quello che non può toccare creerà una difficoltà di approccio in futuro.
E’ come negli adulti, quello che non conosci ti fa paura.
Quindi ecco i consigli!
– non appoggiarti MAI al salvagente per spostare il bambino in acqua,
– fai attenzione alla grandezza della “ciambella” del salvagente più ampia è più è sicuro
– cerca di bagnare il bambino sul viso
– cerca di trovare un momento magari sul bagnasciuga facendo attenzione alle onde, per farlo famigliarizzare con l’acqua. L’ACQUA DEL BAGNETTO NELLA VASCA NON E’ IL MARE.
– fagli toccare l’acqua, giocare esplorare, è importante per lui e per il suo sviluppo.
Ecco qui, queste sono le motivazioni, e qualche soluzione, ma se davvero vuoi evitare tutto questo e trovarti preparata per la prossima vacanza, clicca qui sotto e prenota subito la tua prova gratuita!
A presto
Monica